10 Ottobre 2019

Le erbe per lo stomaco

By admin

L’autunno è una magnifica stagione, colora il mondo di tonalità calde e ci regala una varietà di frutti prima dell’inverno. Ahimè, per chi soffre di stomaco, sia di gastrite che di reflusso gastroesofageo, questo è il momento più difficile dell’anno. Si riaffacciano soprattutto le problematiche croniche con numerose conseguenze sulla vita quotidiana, dopo il periodo estivo che vede i sintomi in attenuazione. Essere seguiti da un medico specialista che prescrive i farmaci giusti e un corretto stile di vita è fondamentale: i problemi dell’apparato digerente possono essere nefasti sull’organismo se non trattati o sottovalutati. Oltre alle necessarie cure mediche, anche la natura con le erbe ci viene in soccorso.

Erbe per lo stomaco

Molte sono le piante indicate per i vari disturbi di cui sempre più persone soffrono, io ne tratterò solo alcune.

Finocchio

Il finocchio è una delle piante più usate per purificare lo stomaco e alleviare i gonfiori. Come digestivo facilita lo svuotamento dell’apparato digerente e dà ottimi risultati in caso di pesantezza, di digestione lenta e di eccesso di gas intestinale. L’assunzione in infuso prevede circa un cucchiaino di semi per ogni tazza d’acqua, anche in combinazione con altre piante. La tisana per eccellenza, anche in caso di cattiva digestione e bruciori di stomaco, rimane la camomilla.

Camomilla

Oltre alla camomilla romana o nobile, dal sapore amaro, indicata appositamente per i disturbi gastrici, pure quella comune è un valido rimedio per lo stomaco. Difficilmente manca nelle nostre case ed è adatta a contrastare molti malesseri: nervosismo, insonnia, cattiva digestione, stati influenzali, ecc. D’altronde la camomilla è una pianta gradevole sotto ogni punto di vista, avendo un sapore assai delicato e un aroma tendente al dolce. Il suo infuso, fatto con i capolini, è uno dei rimedi più antichi del mondo e già da secoli se ne fanno lozioni per il corpo ed i capelli. A questa straordinaria pianta, che coltivo anche nel mio terrazzo e nell’orto di campagna, ho dedicato un articolo in questa rubrica analizzandone le proprietà e le curiosità.

Anice stellato

L’anice stellato è un’altra pianta che non deve mancare negli infusi per alleviare il mal di stomaco. Risulta essere digestiva come l’anice verde, però più concentrata. Fu introdotta in Europa nel XVII secolo, quando era al culmine l’uso delle spezie orientali. Sia l’anice stellato che l’anice verde contengono l’anetolo e sono indicate per combattere la cattiva digestione ed eliminare i gas intestinali. In particolare, l’anice stellato si è dimostrato valido nel contrastare la fermentazione intestinale e la flatulenza. La sua azione, leggermente antispastica, è quindi indicata per alleviare gli spasmi degli organi cavi (stomaco, cistifellea, intestino, utero, ecc.). In infuso se ne assume una quantità inferiore all’anice verde, perché è più concentrato (ne bastano due o tre frutti per tazza). La dose è di due o tre tazze al giorno dopo i pasti, in abbinamento anche con altre erbe. In erboristeria per la cattiva digestione vi consiglieranno sempre una tisana di verbena (ottima per le malattie del fegato, della cistifellea e per l’esaurimento nervoso), in realtà vi daranno un’altra verbenacea, l’erba Luigia.

Erba Luigia essiccata

Coltivo da anni questa pianta, famosa per il liquore digestivo che con essa si produce, ma eccezionale soprattutto in infuso. Originaria dell’America meridionale, oggi è molto comune la sua coltivazione anche in Italia. Indicata in particolare per la nausea, la dispepsia e la flatulenza, alla fine di un pasto indigesto dà ottimi risultati soprattutto per la digestione. Un cucchiaio di pianta essiccata in un’abbondante tazza d’acqua bollente dona un sollievo quasi immediato alla sensazione di pesantezza. Anche a questa pianta ho dedicato un capitolo specifico e la ricetta del delizioso liquore. Una delle conseguenze della gastrite, della digestione rallentata o del mal funzionamento dello stomaco è il reflusso gastroesofageo. Chi soffre di questa patologia sa quanto possa essere impattante negativamente sulla qualità della vita: si tratta infatti di un vero e proprio handicap che impedisce un’esistenza serena. L’acido che fuoriesce dallo stomaco provoca irritazioni, danni all’esofago, alla trachea e infiammazioni alla gola, alle corde vocali, fino a raggiungere le narici e le orecchie che ne risentono molto, come pure lo smalto dei denti e le gengive. Sono naturalmente necessari i farmaci, la cura dell’alimentazione e il controllo costante dello specialista. Anche in questo caso, però, il mondo delle erbe ci dona conforto.

Liquirizia

La pianta più indicata per questo grave disturbo è sicuramente la liquirizia. Di essa si utilizza la radice ed è nota soprattutto nell’industria dolciaria dove riveste un ruolo molto importante, così come in quella farmaceutica per nascondere il gusto amaro di molte medicine. Ciò che è meno noto sono le sue grandi proprietà mediche. La liquirizia ha un potente effetto antinfiammatorio e antiartritico, in alcuni manuali di erboristeria si accosta a quello del cortisone (L’enciclopedia delle erbe, R. Mabey, Zanichelli). La pianta è una cura molto efficace per l’apparato digerente, abbassa il livello di acidità dello stomaco, diminuendo così il bruciore e la fuoriuscita di acidi. Ha un notevole potere curativo delle ulcere gastriche perché copre le pareti dello stomaco di una sostanza protettiva ed inoltre attenua gli spasmi del colon. Aumenta la secrezione della bile e diminuisce i livelli di colesterolo nel sangue; riduce inoltre l’irritazione della gola e ha azione espettorante, diminuisce la febbre ed è antibatterica. Ha però una grossa controindicazione per chi soffre di pressione alta, infatti la liquirizia tende a provocare la ritenzione del sodio e del potassio con conseguente aumento della pressione del sangue. Anche se la liquirizia contiene l’asparigina che contrasta questa tendenza (la natura cerca di ricreare sempre un equilibrio), gli ipertesi devono consultare il medico prima di assumerla. La vita moderna ci pone davanti a molte difficoltà, impegni, incombenze, scadenze, stancandoci e sottoponendo il corpo e gli organi a stress che per i nostri nonni, più poveri sì ma anche più sereni, erano impensabili. Un organo sensibile e fondamentale come lo stomaco ne risente tanto, assieme a tutto l’apparato digerente. Per vivere meglio occorrerebbero meno stress, una vita regolare, un’alimentazione curata e il giusto tempo da dedicare al riposo. Purtroppo, spesso tutto ciò non è possibile e allora i problemi sembrano non darci tregua. Se dopo una giornata difficile, una riunione pesante, un cliente insopportabile, un datore di lavoro estenuante, l’acido dello stomaco arriva alle orecchie, non c’è da stupirsi. In casi come questi, di emergenza acido e dolore allo sterno per via del reflusso, io ho un piccolo segreto che mi aiuta a venirne fuori: un cucchiaio di aloe arborescens, tritata e lavorata con il miele, da acquistare in farmacia.

Aloe e miele

Il preparato si conserva in frigorifero, ha un sapore accettabile e dona immediato sollievo. I miracoli le piante non li fanno, ci aiutano però a correggere gli sbagli della nostra esistenza indicandoci una via antica che troppo spesso smarriamo.