30 Gennaio 2019

Al culmine dell’inverno, i giorni freddi della Candelora

By admin
Inverno

Inverno

 

Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio l’inverno è al suo culmine, nella sua massima potenza, purtuttavia siamo a metà strada della stagione fredda e già ci chiediamo come sarà da questo momento in poi: febbraio ci accompagnerà col gelo e la neve o la primavera arriverà prima del previsto? I “giorni della merla”, generalmente gli ultimi tre giorni di gennaio, ci raccontano una leggenda che vede queste giornate come le più fredde dell’anno. La leggenda narra infatti di una merla che si vantava di avere delle piume bianche come la neve. A darle fastidio era un freddo gennaio che si prendeva gioco di lei, non appena usciva a cercare il cibo per affrontare la gelida stagione. La merla decise allora di chiedere tre giorni in prestito a febbraio (all’epoca gennaio durava 28 giorni) per far abbattere sulla Terra un’ondata di freddo e gelo. E così, con l’arrivo della bufera, l’animale cercò riparo in un caminetto. Si salvò dal gelido gennaio, sporcandosi però le piume. Da allora gennaio ha 31 giorni e i merli le piume nere.

Neve

Neve

Nelle credenze popolari se questi tre giorni sono freddi, la primavera sarà bella e calda; se invece saranno miti, la stagione dei fiori arriverà in ritardo. Dalle mie parti, Trieste e l’Istria, questa tradizione viene spostata al giorno della Candelora, quando si avanzano le prime ipotesi sull’arrivo della primavera. La Candelora è una festività cristiana, sia cattolica che ortodossa e protestante, in cui si celebra la Presentazione di Gesù al Tempio. Si festeggia il 2 febbraio e viene ricordata anche con il nome di “Purificazione della Beata Vergine Maria”. Nella celebrazione liturgica si benedicono le candele quali simboli della luce del Signore che illumina gli uomini. Proprio per questo per i cattolici la festa ha assunto il nome di Candelora ed è tradizione portare in chiesa le candele per farle benedire.

Festività

Festività

La festa cristiana si sovrappone ad antiche festività pagane, una di queste ha il nome di Imbolc ed indica la primavera magica. I Celti la festeggiavano il primo di febbraio e, più tardi in epoca cristiana, si è conservata anche come la festa di Santa Brigida. Il termine Imbloc deriva da imb-folc, parola che si riferisce alle purificazioni rituali che si facevano in tale occasione. Il rituale non è diverso dalla consuetudine romana delle februa (riti di purificazione) che potrebbe indicare un culto condiviso tra i due popoli. Per i druidi Imbolc era l’inizio della primavera magica e racchiudeva molte valenze occulte. Era la festa dell’elemento “aria” legato ai riti di iniziazione. Ed ecco la sovrapposizione della Candelora, la festa che infatti chiude il calendario liturgico natalizio e celebra la Presentazione di Gesù al Tempio, come abbiamo visto. Fu istituita a Gerusalemme già nel IV secolo, per poi passare a Roma (VI – VII sec.) dove veniva celebrata con una processione. Ben presto si fuse con il rito della purificazione di Maria avvenuta, secondo la tradizione ebraica del Levitico riguardante le madri, quaranta giorni dopo il parto. Il nome tuttavia pare derivi da un’usanza sorta in Francia nel X secolo che consisteva nella benedizione delle candele portate in processione e poi conservate dai fedeli.

Candela

Candela

Nell’Occidente altomedievale l’adozione di questa festività in febbraio ebbe probabilmente lo scopo di sovrapporsi alle usanze pagane: i Lupercalia a Roma e l’Imbolc in Gallia e Irlanda. Questi rituali e usanze erano dedicati principalmente alla luce e al cambio della stagione. In questo periodo dell’anno la luce riconquista spazio sul buio, le giornate diventano più lunghe, ma non si è affatto fuori dall’inverno, anzi il freddo può essere ancora molto intenso. Come accade per i “giorni della merla”, anche per la Candelora, dalle mie parti almeno, si fanno le previsioni del tempo per il restante periodo invernale. Esiste infatti un proverbio che si ripete di generazione in generazione, molto conosciuto: se la Candelora vien col sol e con la bora de l’inverno semo fora; se la vien con piova e vento de l’inverno semo dentro. Quindi se sabato 2 febbraio ci sarà la pioggia, come sembra dalle previsioni meteo, l’inverno non sarà affatto finito; dovesse invece esserci il sole e la bora, l’inverno potrebbe essere ad una svolta.

Cambiamento

Cambiamento

Per i cristiani, i credenti e non, questo momento dell’anno andrebbe celebrato interiormente come il ritorno della luce, la festa del fuoco interiore che arde e accende la vita; un momento in cui fare chiarezza e far brillare l’anima, ampliare la conoscenza di noi stessi. Non è un cambiamento facile da percepire, l’inverno ancora intenso tende a non far sentire alcun risveglio. Il sole però scalda di più la terra e, in molte culture, questo periodo speciale dell’anno rappresentava un momento per celebrare e risvegliare le passioni, la gratitudine e la gioia.

Luce

Luce

I cieli plumbei e velati nascondono il sole, il clima rigido assopisce la natura, eppure sotto terra la vita si muove, la luce del giorno combatte le tenebre della notte, la natura del nostro essere cerca la via per rinascere. Il magico inverno muta la faccia della terra, si fonde e cambia lentamente, per condurci in una nuova fase dell’anno: godiamo della luce delle candele e del fuoco, nel tepore della casa e della nostra interiorità. Per la Santa Candelora fuoco, brace e fuoco ancora.