17 Settembre 2018

I tanti usi della melissa

By admin

La melissa in pillole: Il medico arabo Avicenna consigliava questa pianta perché “rende felice il cuore”; ancora oggi l’olio di melissa è tra i più usati nell’aromatoterapia, contro il nervosismo e la depressione.

 

Melissa

Melissa

Fra le piante più comuni che crescono intorno agli abitati, la melissa, talvolta confusa con l’ortica, può passare inosservata. I suoi fusti quadrangolari, le sue foglie che sanno di limone, i suoi fiori a due labbra che vanno dal bianco al rosato, la fanno subito classificare (per i più esperti) come una labiate. La melissa officinalis, questo il suo nome scientifico, sprigiona un fortissimo aroma se si strofinano le sue foglie, un profumo molto piacevole che è indizio di un immediato riconoscimento: tutta la pianta esala un odore particolarmente gradevole ed eccitante di limone zuccherato, tanto da essere definita anche citronella o cedronella. Le caratteristiche della pianta presentano fusti numerosi, ramificati, che raggiungono anche gli 80 centimetri di altezza, con molte foglie ovali, picciolate di un bel verde che in autunno si fa rossastro. I fiori, ben visibili in agosto, sono piccoli e mutano di colore, come abbiamo visto sopra. La melissa cresce lungo le siepi, nei luoghi ombrosi, dal mare alla zona montana della penisola italiana e nelle isole maggiori. Tuttavia l’inquinamento e l’eccessiva urbanizzazione possono ostacolarne la crescita a ridosso delle città, lungo i sentieri troppo battuti dagli escursionisti in bici, ecc. Per tali motivi, ma anche per il piacere di viverle accanto, personalmente scelgo di coltivarla in vaso quando sono in città, e di avere pure un discreto appezzamento a lei dedicato nell’orto di campagna. Ricca di olio essenziale, di tannini, di sostanze amare, risulta essere antispasmodica, carminativa, stomachica e tonica. Si raccolgono tutte le parti aeree della pianta prima della fioritura, al mattino, prima che si asciughi la rugiada, da maggio a giugno a seconda del clima. Andrebbe essiccata in luogo ombroso, riunita in mazzetti o sospesa in ghirlande; se non è possibile questa suggestiva forma di essiccazione, distribuite le foglie su fogli di carta bianca e riparatele da un eccesso di luce. L’importante, in ogni caso, è non far annerire le foglie, affinché la fragranza rimanga inalterata. La si può conservare in sacchetti oppure in vasi di vetro (foto).

Melissa essiccata

Melissa essiccata

La provvista va rinnovata ogni anno, per avere sempre a disposizione la massima efficacia delle sue proprietà. Pianta popolare per eccellenza, questa labiate è nota fin dall’antichità come antispasmodico, benefica nei leggeri disturbi nervosi quali: emicranie, palpitazioni, vertigini, nervosismo, insonnia, ecc. Provata è la sua utilità anche nei crampi allo stomaco di origine nervosa e può calmare pure i vomiti nervosi. Il suo gradevole infuso è da consigliarsi anche in caso di sovraffaticamento, in quanto procura distensione e concilia il sonno. Molto utile anche per le indigestioni e le pesantezze di capo di origine digestiva. Per uso esterno la melissa è uno stimolante cutaneo, tanto che se ne consiglia l’aggiunta in forma di infuso all’acqua del bagno o di utilizzarlo come lozione per la pulizia del viso o, ancora molto efficace, come detergente intimo. In cucina viene utilizzata in piccole dosi per insaporire le bevande, per i dolci o le frittate; tuttavia il suo uso più comune, in ambito culinario, riguarda la preparazione dei liquori con proprietà digestive.

Melissa pianta e preparati

Melissa pianta e preparati

Per quanto riguarda i preparati, leggendaria è l’Acqua di Melissa dei Carmelitani Scalzi, reperibile nelle erboristerie e farmacie. In passato questo preparato era presente in tutte le case, serviva per fronteggiare i più diversi disturbi. Composizione celebre dall’inizio del XVII secolo, fabbricata dai Carmelitani della rue de Vaugirard, era stimata per disturbi quali l’apoplessia, la letargia, l’epilessia, per le flussioni di sangue al capo, le coliche, l’amenorrea e la minzione difficile. I monaci distillavano la melissa fresca, macerata nell’alcol e nel vino bianco assieme agli aromi. Il preparato si vendeva, e si vende, nei flaconi da tenersi in luogo fresco. Preparare un distillato casalingo è alquanto complesso e non consigliabile, occorrono abilità non da poco e strumentazioni adeguate. Si può però preparare un composto che ricorda l’antico distillato, con proprietà calmanti davvero eccellenti.

Il rimedio: acqua di melissa casalinga

Per ottenere l’acqua di melissa come preparato casalingo (da non confondersi dunque con l’Acqua di Melissa dei Carmelitani), utile nei casi di bruciore di stomaco o nervosismo, occorre porre 120 g di melissa (foglie fresche),  la scorza fresca di un limone (solo la parte gialla), 30 g circa di noce moscata e di semi di coriandolo, 15 g di cannella e di chiodi di garofano, a macerare per 15 giorni in un litro di acquavite, rimestando ogni tanto. Quindi va filtrato e conservato in una bottiglia ben chiusa. Consiglio di travasare l’acqua di melissa, una volta filtrata, in flaconi dal vetro scuro provvisti di dosatore contagocce (foto). Nel caso di mal di stomaco o di nervosismo serale, se ne consumano una decina di gocce diluite nell’acqua oppure assunte attraverso una zolletta di zucchero. Questo preparato è da considerarsi un medicinale, non può essere inteso come un liquore.

Acqua di melissa casalinga

Acqua di melissa casalinga